Quando pensiamo ad un'imprenditrice, ci vengono in mente immagini di donne un po' come Chiara Ferragni. Molto influenti, molto ricche, molto intelligenti, molto di successo: insomma, donne che hanno puntato (e puntano ancora) in alto. Sono delle figure di riferimento, che ispirano altre giovani donne a intraprendere strade simili alle loro. In Italia ci sono però attualmente altre 1,3 milioni di imprenditrici che creano, gestiscono e coordinano. Sembrano tante, ma in realtà rappresentano soltanto il 22% di tutti gli imprenditori italiani. E specialmente ora - dopo che la pandemia ha causato la cosiddetta "she-cession", ovvero una recessione nel mondo del lavoro che ha colpito in particolare le donne - è importante conoscere più storie di donne che si sono messe in gioco.
Lanciare un'impresa fa paura perché si abbandonano delle certezze come, per esempio, quella economica, e si assumono responsabilità diverse. C'è poi anche la questione molto personale del credere in sé stesse come anche nella propria idea. Il mercato però è aperto a tutti e le possibilità ci sono, come hanno raccontato a Freeda le imprenditrici Gabriella Bianchi con sua figlia Maddalena Bianchi, e Chiara Alfonsi, che lavora anche lei insieme alla madre Monica Novelli. Gabriella ha fondato Babasucco, un'azienda che produce succhi pressati a freddo, dove da qualche anno lavora anche Maddalena. Chiara invece, che aveva precedentemente lavorato da Babasucco, ha lanciato durante la pandemia il negozio online per l'attività di gioielleria della madre Monica, Avenida. Quello che lega queste tre donne non è soltanto la parentela o l'amicizia, ma anche una forte passione e determinazione per quello che fanno.
D: Gabriella, perché, secondo te, c'è tutta questa paura di mettere in piedi un'attività? R: Innanzitutto perché devi farlo calibrando bene quali sono le tue disponibilità economiche, devi cercare di fare investimenti sensati. La cosa fondamentale è ricordarsi che si inizia da qualcosa di piccolo per poi crescere, facendo un passo alla volta. E poi è richiesta tanta perseveranza e tenacia. Ci sono periodi durante i quali io e Maddalena lavoriamo anche il sabato e la domenica.
E com'è lavorare nei fine settimana per te, Maddalena? Una volta mi avevano chiesto quali fossero i contro di lavorare con mia madre e io avevo risposto che non esistono né orari né giorni. Tu stai lavorando per la tua famiglia e se lei (indica Gabriella ridendo) mi chiede di fare qualcosa non è che le dico di no.
E quali sono i pro? Ci si viene più incontro con gli orari. Se ogni tanto ho un impegno non è un problema... e poi le nostre mamme, anche quella di Chiara, sono un esempio molto forte per noi. Le vediamo all'opera e ci danno il buon esempio. In un certo senso tolgono un po' la paura di intraprendere questa strada perché non lo fai da sola. È come avere un sistema di supporto, se c'è qualcosa vado da mia madre e lei mi saprà aiutare. Inoltre è più facile esprimere delle critiche al 100%.
Chiara, tu sei mai stata trattata in modo diverso perché sei un'imprenditrice e perché sei donna? Avere una propria impresa è, secondo me, uno dei modi per evitare di avere problemi di questo tipo. Prima di lanciarmi in quest'avventura con mia mamma ero assunta e ho sempre lavorato anche con uomini, senza avere mai grossi problemi, però ogni tanto mi sono ritrovata in situazioni dove percepivo delle differenze. Ora che sono in questa posizione mi sento padrona di me stessa e quindi è generalmente più difficile farmi mettere i piedi in testa da qualcun altro.
A volte sembra che ci siano delle aspettative molto alte per le donne imprenditrici. Come se dovessero fare tutto in grande... Maddalena: Anche le donne che oggi hanno più successo sono partite anche loro da zero. Pian piano e sicuramente con l'aiuto di amici o altre persone che le circondavano, hanno poi sviluppato il loro impero.
Gabriella: L'importante secondo me è non fermarsi. Anche dopo aver fatto errori - e di errori ne facciamo sempre, tutti i giorni - dobbiamo andare avanti con modestia e perseveranza. E dovremmo fare questo ponendoci tutti allo stesso livello, né sopra né sotto gli altri, in maniera equa.
Chiara: Un'altra cosa importante per noi è quella di comunicare chi siamo al 100%, senza strafare e senza voler sembrare qualcuno che non siamo. Molte persone sui social si vendono e vendono prodotti come se stessero facendo delle cose incredibili, quando magari la realtà ha un aspetto diverso, più modesto. Per me una comunicazione super trasparente è la via migliore.
Cosa fate quando le cose vanno male? Maddalena: Se vediamo, per esempio, che le cose nel mese di febbraio non sono andate bene, ci prepariamo per il febbraio dell'anno successivo. Pensiamo a cosa potremmo fare: collaborazioni con influencer, promozioni e così via.
Quindi restate flessibili. Gabriella: Molto! Impariamo dai nostri errori.
Chiara: Noi siamo partite in piena pandemia. Io ero senza lavoro e ho deciso di lanciare lo shop per l'azienda di mia madre. Il mio mindset è: Non si può pretendere di avere tutto subito! A volte il risultato di certe attività può non soddisfare a pieno quelle che erano le aspettative, anche se ci avevi investito tante energie. In quelle situazioni cerco di capire esattamente cos'ho fatto e dove potrei aver sbagliato. Poi proseguo con costanza e la consapevolezza che prima o poi raggiungerò il risultato che volevo.
Quindi ci vuole anche un bel po' di pazienza... Maddalena: E non farsi mai buttare giù. A volte qualcuno (indica sé stessa e Gabriella) si butta un po' troppo giù, e quindi bisogna anche tenere su il morale e aiutarsi a vicenda.
Chiara: Ma è normale! Anche io a volte mi faccio la mia giornata no e poi mi rimbocco le maniche.
Che cos'è il successo per voi? Maddalena e Gabriella: Non lo sappiamo ancora! Non ci siamo ancora arrivate.
Chiara: Per me, ad oggi, il successo è poter lavorare senza sentirne il peso.